08/03/2022 MOTTA DI LIVENZA – L’accoglienza nella Marca. Pronta ad aprire i battenti – in caso di necessità – è villa Rietti Rota a Motta di Livenza, stabile della Regione. Intanto però, l’accoglienza è diffusa. A Solighetto, 8 persone sono attese nelle prossime ore a casa Fabbri. || Bisogna andare indietro di quasi 45 anni, al Terremoto del Friuli del 1976, per immaginare questi spazi abitati da famiglie in fuga. All’epoca, si trattava di un disastro della natura, oggi di una tragedia causata dall’uomo.Villa Rietti Rota, nel pieno della campagna mottense, potrebbe diventare una delle principali strutture d’accoglienza per il popolo ucraino in Veneto. Così ha anticipato lo stesso presidente Zaia, stimando in 50 mila i profughi che a breve potrebbero arrivare sul territorio regionale. Per anni in dotazione a Veneto Agricoltura, lo stabile – voluto da Alvise Tiepolo nel 1580 – è di proprietà regionale e conta su numerosi alloggi, pronti ad aprire i battenti in caso di necessità.Per il momento, però, regge il sistema dell’accoglienza diffusa, che vede in campo famiglie private, associazioni e comuni. Tutta la Marca è mobilitata.A Solighetto, nella casa Fabbri messa a disposizione dall’omonima Fondazione, sono attesi otto arrivi nelle prossime ore.Da un lato, ci sono da organizzare tamponi e procedure di riconoscimento, dall’altro studiare un piano – per quanto temporaneo – di integrazione. – Intervistati STEFANO SOLDAN (Sindaco di Pieve di Soligo) (Servizio di Cristian Arboit)


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