08/01/2025 VENEZIA – Inizia il 27 marzo il processo all’ex assessore comunale Renato Boraso e tre imprenditori. Ci sono15 giorni per chiedere l’eventuale ammissione al patteggiamento o al rito abbreviato. || Inchiesta Palude. Richiesta di rito immediato per i quattro indagati, tuttora agli arresti domiciliari, tra cui l’ex assessore Renato Boraso. Secondo la procura di Venezia ci sono elementi sufficienti per andare direttamente a processo, il 27 marzo, saltando l’udienza preliminare. Compariranno dunque davanti ai giudici, oltre a Boraso, 56 anni, gli imprenditori Fabrizio Ormenese residente a Jesolo, Francesco Gislon, residente a Montebelluna e Daniele Brichese, residente a Favaro come l’ex assessore. I loro avvocati avranno 15 giorni di tempo per chiedere l’eventuale ammissione al patteggiamento o al rito abbreviato che, nel caso di condanna, prevede lo sconto di un terzo della pena. Nelle scorse settimane ci sono già stati alcuni contatti tra i legali e i pm che coordinano le indagini, Baccaglini e Terzo, ma al momento non risultano accordi. A Boraso, gli inquirenti contestano il reato di corruzione in relazione a somme di denaro che ha incassato, tra 2022 e 2023, sotto forma di consulenze immobiliari fatturate dalle suo società. Tangenti, però, secondo Procura.Secondo la ricostruzione dell’accusa, inoltre, Boraso sarebbe addirittura arrivato a intimidire la responsabile delle opere idrauliche del Comune.L’inchiesta vede indagato con l’ipotesi di corruzione, anche il sindaco Brugnaro, in relazione alla vicenda dell’area dei Pili. Insieme a lui anche i suoi più stretti collaboratori: il capo di Gabinetto e direttore generale di Ca’ Farsetti, Morris Ceron, e il vicecapo di Gabinetto, Derek Donadini. Tutti chiamati a rispondere di corruzione anche in relazione alla cessione di palazzo Papadopoli a Ching con una riduzione del prezzo iniziale d’asta, avvenuta tra 2017 e 2019. (Servizio di Ilaria Marchiori)

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