29/02/2024 TREVISO – Un sistema di criptovalute “venete” che avrebbe dovuto fruttare interessi. Un giro d’affari di milioni di euro. In realta alcuni “beneficiari” si sono ritrovati con niente in mano, nè interessi nè capitale. Da qui la denuncia e l’inchiesta della Procura . Due gli indagati || Un giro di criptovalute venete. Due persone sono state indagate dalla Procura di Treviso L’ex esponente venetista Gianluca Busato, 54 anni, di Treviso, ed il consulente, Natalino Giolo 66anni di Spinea . Devono rispondere di accuse che vanno dalla truffa, all’abusivismo finanziario fino all’esercizio abusivo della professione di promotore. Una vicenda venuta alla luce nel 2019 quando alcuni imprenditori veneti si sono presentati alla Guardia di Finanza per denunciare un raggiro che gli sarebbe costato cospicue somme di denaro. Secondo quanto avrebbero riferito sarebbero stati indotti a sottoscrivere dei ‘buoni’ per 20 milioni di euro, promettendo rendimenti legati a investimenti in criptovalute, mai restituiti.  Il valore cioè avrebbe dovuto aumentare nel tempo, rendendo allo stesso tempo più forte il progetto indipendentista e facendo anche fare ai benefattori della “causa” un bel po’ di soldi.  Ma secondo la denuncia avrebbero perso sia gli interessi che il capitale stesso. Da qui l’inchiesta aperta in Procura a Treviso. Tutto era nato nel periodo in cui fu promosso nella nostra regione un referendum online del sito ‘plebiscito.eu’ sull’indipendenza del Veneto. Una consultazione che, a detta del promotore, sarebbe stata un successo ma i cui numeri e il risultato non sono mai stati verificati. . Noi siamo tranquilli commenta Busato, le nostre operazioni sono regolari e di certo non riguardano cifre come quelle. Sull’inchiesta avviata dalla Procura di Treviso termina siamo ottimisti. Il fascicolo aperto dalla Procura di Treviso, sarebbe vicino alla chiusura – Intervistati GIANLUCA BUSATO (Imprenditore) (Servizio di Daniela Sitzia)


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