18/05/2022 BELLUNO – Si stanno costituendo in tutta Italia i Comitati per il No al referendum del prossimo 12 giugno. In questi giorni le prime prese di posizione ufficiali. || “I quesiti non sono di facile comprensione ma soprattutto, anzichè migliorare i diritti e le domande di giustizia, esprimono una diffidenza nei confronti del lavoro dei magistrati e del controllo della legalità”. Le ragioni del NO a tutti e cinque i quesiti referendari proposti agli elettori nella tornata del prossimo 12 giugno sono riassunte in una nota dal Comitato che si è costituito in questi giorni e che a breve avrà i propri portavoce in tutte le regioni italiane. “Il quesito sulle modalità di presentazione delle candidature dei magistrati per le elezioni del Csm e quello sulla partecipazione dei membri laici alla redazione delle pagelle dei magistrati – scrive il Comitato per il No – sono del tutto irrilevanti ai fini di un migliore funzionamento della giustizia per i cittadini. Così come il quesito sulla divisione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, che avrebbe come unico effetto quello di allontanare il Pm dalla cultura della giurisdizione, schiacciandolo su un’attività di polizia. Il quesito sulla custodia cautelare è riferito a tutte le misure, sia quelle coercitive che interdittive”. Secondo il Comitato per il NO si tratta di un quesito ingannevole dato che, esclusi i delitti di mafia e quelli commessi con l’uso delle armi, l’effetto sarebbe quello di impedire la custodia cautelare non solo per chi ha commesso reati gravi, ma anche l’allontanamento dalla casa familiare del coniuge violento o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona vittima di atti persecutori. Infine, il quesito sull’abrogazione della legge Severino: il comitato per il NO è contrario all’abrogazione dell’intera disciplina che riguarda la decadenza e l’incandidabilità degli eletti condannati con sentenza definitiva a una pena superiore a due anni. (Servizio di Tiziana Bolognani)

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