17/02/2022 BRUXELLES – Il caso Prosek è approdato oggi pomeriggio in aula a Strasburgo con gli europarlamentari italiani che hanno chiesto di respingere la richiesta croata. Dodici le opposizioni formalizzate alla Commissione Europea, cui spetterà l’ultima parola. Appello di Zaia: “Si chiuda questa vicenda scandalosa il prima possibile”. || Dopo mesi di polemiche infuocate sui media e nelle Commissioni competenti, il caso Prosek è sbarcato all’Europarlamento di Starsburgo in seduta plenaria, forse l’ultimo passaggio istituzionale prima della pronuncia definitiva da parte della Commissione.Commissione che per il momento non scioglie le riserve e che per bocca della commissaria all’uguaglianza Helena Dalli – in sostituzione della collega all’agricoltura – ha comunicato che sono dodici le opposizioni arrivate all’istanza di riconoscimento del vino dolce croato, che a loro volta saranno girate alla Croazia, così come le risposte verranno inoltrate all’Italia.”Una vicenda scandalosa, da chiudere subito”, tuona da Venezia Luca Zaia, forte del sostegno di un fronte trasversale, a partire dal Friuli Venezia Giulia.“Tra i tanti motivi di un no secco al Prosek – aggiunge Zaia – c’è una riserva del nome con un decreto del 2009 che firmai quand’ero Ministro, riconosciuto dall’Europa, e c’è il pronunciamento dell’Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene. Poi ci sono una serie di significative motivazioni storiche”. Ad appoggiare l’Italia diversi Paesi Europei, a cominciare dalla Francia, quella che – accanto all’Italia – rischia di più, afferma lo stesso Gianantonio – Intervistati HERBERT DORFMANN (Europarlamentare SVP-PPE), GIANANTONIO DA RE – EUROPARLAMENTARE LEGA (Al telefono) (Servizio di Cristian Arboit)


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