03/11/2021 BELLUNO – Punto stampa di Ulss Dolomiti sulla situazione epidemiologica in provincia di Belluno dove ormai oltre l’80% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale. Si è parlato anche di terapia monoconale e di effetti avversi al vaccino. || Non passa giorno che Aifa non ricordi ai medici di segnalare eventuali reazioni avverse al vaccino che, essendo un farmaco, non può essere considerato esente da rischi. Una reazione avversa non è sinonimo di evento avverso così come non lo è un effetto indesiderato. Ecco perchè è importante segnalare e indagare per capire se vi sia un nesso causale fra gli eventi davvero sospetti e la vaccinazione. All’Ulss Dolomiti, così come in tutte le aziende sanitarie del Veneto la segnalazione ad Aifa è un fatto culturale, ed è fra gli obiettivi che la Regione ha dato ai direttori generali. Ad oggi, il 99% delle segnalazioni osservate dal Dipartimento di prevenzione riguardano gli effetti principali indicati nei foglietti illustrativi dei vaccini: febbre, dolore, astenia. Il Dipartimento ha preso in carico un caso balzato agli onori delle cronache, all’apparenza diverso, sul quale si stanno eseguendo verifiche con il team multidisciplinare di specialisti le cui conclusioni saranno rese disponibili alla parte scientifica e ovviamente comunicate alla diretta interessata. Nel bellunese attualmente oltre l’80% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, l’exploit maggiore nella fascia d’età fra i 20 e i 29 anni. La somministrazione della terza dose è stata avviata e da oggi si sono aperte le prenotazioni on line per le categorie fragili e per gli over 60 anche attraverso la chiamata attiva. L’incidenza dei positivi nell’ultima settimana è salita oltre il 61% mentre la pressione negli ospedali è modesta: oggi in pneumologia Covid si è registrato il decesso di un 84 enne, mentre in area non critica sono ricoverati 3 pazienti. Viaggia a gonfie vele la somministrazione della terapia con anticorpi monoclonali. E’ il reparto di malattie infettive che contatta direttamente il paziente a casa per proporre la terapia, con la quale oggi si ha maggiore familiarità. Su oltre 100 persone trattate solo 1 vi ha rinunciato. – Intervistati MARIA GRAZIA CARRARO (DIRETTRICE GENERALE ULSS 1 DOLOMITI) (Servizio di Tiziana Bolognani)


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