04/07/2024 MESTRE – La notizia era gia’ trapelata da qualche giorno ma oggi la Cgil del Veneto ha raccontato nei particolari con foto e video la storia di caporalato e lavoro illegale con protagonisti 57 immigrati indiani con uno di loro obbligato a rimanere sui campi nonostante fosse stato morso da un serpente. || Morso da un serpente ma lasciato cosi’ senza nessuna cura anzi minacciato se avesse lasciato il campo dove lavorava. E’ forse l’aspetto piu’ crudele di una vicenda di sfruttamento e caporalato avvenuta fino all’aprile scorso in diverse aziende agricole tra l’opitergino e il mottense. Protagonisti 57 indiani arrivati in Italia con il decreto flussi, chiamati da aziende fittizie tra Caserta e Napoli con legami in India dove ai malcapitati era stato promesso un futuro di lavoro regolare nel nostro paese dietro pagamento anche di 10 mila euro. Una volta atterrati pero’ hanno trovato un futuro di clandestinita’ che li ha portati dritti dritti nel giro del lavoro illegale e del caporalato pubblicizzato attraverso i social come nel caso di questo pakistano57 quelli finiti dentro questa casa di negrisia di Ponte di piave dove venivano prelevati alle 5 del mattino per essere scaricati sui campi di radicchio o tra le vigne di prosecco dove lavoravano per 5 euro a cassone riempito fino alle 10 di sera quando i gregari del caporale tornavano a prenderli per scaricarli davanti alla casa di Negrisia ma anche su quest’altro casolare in mezzo alla campagna di Oderzo. Poco o niente da mangiare, niente acqua calda niente luce, una vita quasi da bestie scoperta quasi per caso dalla Cgil quando alcuni di loro sono finiti a Latina ed hanno incontrato la stessa sindacalista di Satman Singh, il bracciante morto per l’amputazione di un braccio mentre lavorava in nero. – Intervistati GIOSUE’ MATTEI (Segretario generale Flai Cgil Veneto), SILVANA FANELLI (Segreteria Cgil Veneto) (Servizio di Lucio Zanato)


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