21/06/2023 MASERADA SUL PIAVE – Forze dell’Ordine e Vigili del Fuoco ancora sul Piave per cercare il cellulare e un’ipotetico coltello di Aymen Adda Benamaeur, il 17enne ucciso con due coltellate da Elia Fiorindi l’11 maggio scorso a Varago di Maserada. Oggi è stato usato anche un drone che ha sorvolato l’intera area. || Seconda giornata di ricerche, purtroppo ancora senza esito. I sopralluoghi nel Piave continuano per le Forze dell’Ordine e i Vigili del Fuoco che puntano a ritrovare il cellulare scomparso di Aymen Adda Benamaeur e il coltello con il quale, secondo alcune ipotesi al vaglio degli inquirenti, la vittima avrebbe minacciato Elia Fiorindi, il trevigiano di 18 anni oggi in carcere a Santa Bona con l’accusa di aver ucciso il 17enne per una questione di droga.Nel frattempo si accumulano i fiori e gli omaggi dove Aymen l’11 maggio scorso a Varago di Maserada, fu ucciso da Fiorindi con due coltellate. Fiori e peluche e una foto dello studente del Besta, «Alge», come lo chiamavano gli amici, «Sempre con noi». Dal carcere l’omicida Elia insiste nel ribadire di aver reagito alle minacce di Aymen, che il 17enne era armato e di aver – a sua volta – agito per legittima difesa. Arma che carabinieri, polizia e vigili del fuoco stanno cercando senza sosta, così come il cellulare. Basilare per ricostruire le ultime ore di vita del 17enne. Lungo l’argine le persone in passeggiata guardano incuriosite. Senza sospettare che il sopralluogo sia legato al delitto di un mese fà. Perchè qui e non in altri posti come nel laghetto artificiale Le bandie o in un qualsiasi fiumiciattolo in campagna, se lo chiedono in diversi, gli investigatori forse, devono aver avuto delle informazioni. Quella sera dell’11 maggio, a Varago, i due ragazzi si trovavano entrambi con degli amici, due gruppi probabilmente rivali. Qualcuno di loro potrebbe aver suggerito l’ipotesi che coltello e cellulare siano stati gettati in questo tratto dell’argine. Per la difesa i sopralluoghi dimostrano che la versione di Fiorindi è stata ritenuta credibile, mentre l’avvocato dei familiari di Aymen, Luciano Meneghetti continua a ribadire che si tratta solo di un atto dovuto. (Servizio di Nicola Marcato)