07/02/2023 VENEZIA – Terremoto in Turchia. Arrivati nelle zone colpite dal sisma i primi infermieri dal Veneto. Intanto il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia spiega quanto accaduto e i rischi per il nostro paese || 11 operatori sanitari del 118 e delle organizzazioni di volontariato partite nelle scorse ore da Toscana e Veneto sono arrivati ad Adana all’alba di oggi per assistere le popolazioni colpite dal devastante terremoto che ha raso al suolo intere città, causando migliaia di morti. A renderlo noto il sindacato degli infermieri Nursing Up. Nell’area tra Turchia e Siria si continua a scavare in una corsa contro il tempo per salvare dalle macerie i sopravvissuti. Le immagini riportano uno scenario apocalittico risultato di due scosse la prima di 7.8 la seconda di 7.5 sulla scala Richter, pari a 130 bombe atomiche. ”Nel giro di un minuto è stata rilasciata un’energia probabilmente accumulata nel corso dei secoli” spiega il presidente dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Il sisma ha causato uno spostamento di diversi metri del suolo dell’Anatolia lungo una faglia di 150 chilometri. Si teme ora la cosiddetta epidemia sismica: nel corso dei secoli si è visto che i terremoti in quell’area hanno una scansione temporale, ”si attiva un segmento, spiega il professor Doglioni, che genera un terremoto, poi si sposta verso ovest e così via”. E a proposito di Italia nel nostro paese convivono numerose faglie attive, con un’elevata pericolosità sismica con la quale, evidenzia Doglioni, dobbiamo convivere, costruendo edifici antisismici ma anche dotandoci delle apparecchiature che servono a conoscere i terremoti – Intervistati CARLO DOGLIONI (Presidente INGV) (Servizio di Francesca Bozza)


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