16/09/2022 LIDO DI VENEZIA – Il regista Paolo Virzì ha portato alla Mostra di Venezia, fuori concorso il film “Siccità” girato in una Roma dove non piove da tre anni con il Tenere completamente asciutto. Un grande affresco collettivo nato nel periodo delle restrizioni Covid quando eravamo tutti chiusi in casa. Vediamo. || Nel momento in cui tutti noi eravamo chiusi in casa, per le restrizioni del Covid, è nato il Film “Siccità” che il grande regista Paolo Virzì ha portato fuori concorso al Lido alla Mostra del cinema di Venezia.”Siccità” è un titolo metaforico che non si riferisce solo alla carenza di pioggia. Al lavoro un grande cast di attori tra i quali, con Monica Bellucci, anche Max Tortora. Il regista Paolo Virzì ha portato alla Mostra di Venezia, fuori concorso il film “Siccità” girato in una Roma dove non piove da tre anni con il Tenere completamente asciutto. Un grande affresco collettivo nato nel periodo delle restrizioni Covid quando eravamo tutti chiusi in casa.A Roma non piove da tre anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini. Nella città che muore di sete e di divieti si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori. Le loro esistenze sono legate in un unico disegno, mentre ognuno cerca la propria redenzione.”Nel momento in cui le strade delle nostre città erano deserte – dice Virzi – ed eravamo chiusi ciascuno a casa propria, connessi l’uno all’altro solo attraverso degli schermi, ci è venuto naturale guardare avanti, interrogandoci su quello che sarebbe stata la nostra vita dopo. Abbiamo iniziato a fantasticare su un film ambientato tra qualche anno, in un futuro non così distante dal presente. Immaginando alcuni racconti da far procedere ciascuno autonomamente, secondo la tecnica del film corale, che man mano scopriamo esser legati l’uno all’altro in un intreccio più grande. Una galleria di personaggi ugualmente innocenti e colpevoli, un’umanità spaventata, affannata, afflitta dall’aridità delle relazioni, malata di vanità, mitomania, rabbia, che attraversa una città dal passato glorioso come Roma, che si sta sgretolando e “muore di sete e di sonno”. – Intervistati PAOLO VIRZI’ (REGISTA), MAX TORTORA (ATTORE) (Servizio di Lorenzo Mayer)