01/04/2022 PORTOGRUARO – Dal giugno 2015 Edy Ongaro, ucciso in battaglia, aveva lasciato il Veneto e il veneziano per andare a combattere con le milizie filo-russe in Donbass. Già in quelle prime settimane aveva fatto sapere quale fossero le sue motivazioni || Il suo nome di battaglia, Bozambo, preso a prestito da un partigiano della Resistenza durante il Secondo Conflitto Mondiale .E di resistenza antifascista parlava Edy Ongaro: la sua guerra è durata quasi 7 anni, fino quando una bomba a mano lanciata nella trincea dove si trovava, in un villaggio a nord di Donetsk, non lo ha ucciso a 46 anni. In queste ore Ongaro è pianto dal Collettivo Sella Rossa Nord Est, dai social vicini al Partito Comunista e dagli amici più stretti La sua scelta di lasciare Giussago di Portogruaro ed entrare nelle milizie separatiste del Donbass nel giugno 2015. Si era arruolato nella brigata Prizrak, composta soprattutto da foreign fighter. Per i filo-russi era diventato una specie di eroe, nella battaglua contro il governo di Kiev, e fianco “di tutti i civili neo-russi che – scriveva sui social – hanno visto l’inferno in terra”. “Questo è il nostro giorno” aveva scritto quando Vladimir Putin aveva firmato in diretta tv il decreto col cui la Russia riconosceva l’indipendenza dall’Ucraina delle repubbliche del Donbass.Una vita complicata, prima della partenza: disoccupato, era rimasto coinvolto in una aggressione a un barista e a un carabiniere a Portogruaro. Risolti i problemi con la giustizia, la scelta di andare a combattere, che lo aveva reso di fatto un foreign fighter, fuorilegge in Italia (Servizio di Nicola Zanetti)


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