22/05/2025 CASTELFRANCO VENETO – Omicidio di Castelfranco. Spuntano due testimoni e una telefonata che smonterebbe ulteriormente la tesi dell’agguato || Quella telefonata a notte fonda fatta da Taha Bennani all’amico connazionale. «Siamo in discoteca Palya Beach Club, puoi venire prendere me e Badr per tornare a Montebelluna?» Avevano chiesto un passaggio per poter tornare a casa i due giovani arrestati per l’omicidio di Lorenzo Cristea. Quella chiamata – dice l’avvocato Fabio Targa, legale di Bennani (Rouaji invece è difeso dall’avvocato Fabio Crea) – confermerebbe che Taha e Badr non avevano la minima intenzione di preparare un agguatoIl locale i due nordafricano lo avevano raggiunto con amici di Badr ma se ne erano andati via prima. Così erano rimasti a piedi. Si erano incamminati in attesa del loro amico che li stava raggiungendo assieme alla fidanzata. L’auto della coppia arrivata in prossimità del locale si è trovata in coda alle tre macchine dei ragazzi coinvolti nella rissa. Hanno visto qualcosa, la lite accesa, ma non sono riusciti a distinguere i due amici e, forse anche per paura si sono allontanati. Si tratta di un tassello che si aggiunge al vocale di un collaboratore della “Playa” nel quale si farebbe riferimento ad una chiamata ricevuta dal cellulare di Lorenzo Cristea la vittima nel corso della quale annunciava che sarebbe successo un casino». Fra le ipotesi invece è che qualcuno del gruppo di italiani avrebbe visto Badr e Taha incamminarsi lungo la strada ed avrebbe chiamato il resto del gruppo. Una tesi che sarà chiarita attraverso il controllo che verrà effettuato su tutti i telefonini sequestrati ai ragazzi, sia gli arrestati, che i 7 indagati, compreso quello della vittima. Il prossimo 28 maggio verrà affidato l’incarico a Nicola Chemello, il consulente della Procura che dovrà esaminare i dispositivi. Oltre alla messaggistica l’attenzione degli inquirenti è puntata su eventuali chiamate avvenute tra i telefoni del gruppo di italiani. Il 30 maggio prossimo ci sarà il ricorso al Riesame contro l’ordinanza che aveva fatto finire in carcere i due ragazzi nordafricani. (Servizio di Daniela Sitzia)
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