20/02/2025 CONEGLIANO – A sorpresa nel processo per il femminicidio a Conegliano di Margherita Ceschin, fatta uccidere, secondo la Procura, su mandato dell’ex marito, confessa uno dei presunti sicari, l’ultimo estradato in Italia. «Ero lì, eravamo in tre, ma non sapevo andassimo a compiere un omicidio». || A casa di Margherita Ceschin, a Conegliano, il 23 giugno di due anni fa, Luciano Joel Lorenzo c’era. Lo ha ammesso lui stesso, in quella che è di fatto la prima confessione da parte di uno degli indagati per l’omicidio della 72enne picchiata e soffocata nel suo appartamento. Un interrogatorio di dieci ore quello a cui si è sottoposto Joel Lorenzo, 25 anni, estradato in Italia solamente il 26 gennaio, vale a dire a processo già iniziato per i cinque imputati: un primo procedimento a carico di Enzo Lorenzon, ex marito della Ceschin e considerato il mandante del delitto, Sergio Lorenzo, fratello di Joel e Juan Maria Guzman, che avrebbe avuto un ruolo da mediatore; un secondo vede invece imputati Kendy Maria Rodriguez e Jose Mateo Garcia, rispettivamente mediatrice e presunto esecutore materiale del delitto. I due processi sono stati riuniti perchè, come ha detto il presidente della corte d’Assise Iuri de Biasi, “evidentemente connessi” e in essi entra a sorpresa la confessione del giovane domenicano, che conferma di essere stato tra i tre che si recarono a casa della Ceschin, ma dalla porta, così ha riferito, entrò solo Garcia, mentre i due fratelli Lorenzo rimasero all’esterno, uno sull’uscio, l’altro all’esterno della recinzione. Se dunque le ammissioni di Joel e la chiamata in correità dei due complici avvalorano le tesi dell’accusa, anche la difesa incassa dall’interrogatorio un punto a favore. “Qualcosa è andato storto” aveva dichiarato ai complici dopo la morte della Ceschin Sergio Lorenzo, stessa sorpresa dunque da parte di Joel che al pubblico ministero Michele Permunian ha dichiarato di aver saputo che sarebbe andato a delinquere, ma di aver pensato si trattasse di questioni di droga, e non certo di un omicidio. La Corte ha calendarizzato un’udienza ogni quindici giorni da qui a luglio, aver riunito i processi renderà più fluidi i lavori. – Intervistati MAURO SERPICO (Avvocato difensore), FABIO CREA (Avvocato difensore) (Servizio di Lina Paronetto)


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