26/10/2024 VENEZIA – Femminicidio di Giulia Cecchettin. All’indomani dell’interrogatorio di Filippo Turetta davanti alla corte d’ assise di Venezia, ecco il memoriale di 80 pagine scritte dal 22enne in cui racconta quello che è accaduto la notte dello scorso 11 novembre e gli ultimi mesi prima di uccidere Giulia. || “Io sottoscritto deposito le mie memorie scritte negli ultimi mesi su suggerimento dei miei avvocati. Memorie scritte al fine di raccontare tutta la verità”. Inizia cosi il memoriale di Filippo Turetta, reo confesso di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, su cui si è incentrato gran parte dell’interrogatorio di circa sei ore, davanti alla Corte d’Assise di Venezia. 80 pagine, in parte scritte a mano, consegnate presso il tribunale mercoledi, in cui il 22enne di Torreglia racconta cosa l’ha portato a uccidere Giulia, i momenti di rabbia perché non accettava la fine della storia, la dipendenza totale nei suoi confronti: “io avevo incentrato tutta la mia vita su di lei, scrive, e quello che facevo era perché in qualche modo la riguardava”. Un processo di idealizzazione che, quando la relazione finisce, lo porta a un crollo totale. “Senza di Lei, e quando scive lei lo fa sempre utilizzando la maiuscola, mi immaginavo una solitudine eterna che avrei dovuto vivere e temevo quella più di qualsiasi altra cosa. Avevo concentrato la mia vita su di lei”. Turetta ripercorre gli ultimi mesi, integrando o modificando alcune parti, riprese poi in aula, con lunghe pause tra una risposta all’altra, e in cui sono emerse alcune contraddizioni soprattutto nella descrizione di quanto accaduto la sera dell’omicidio tra Vigonovo e Fossò, e i giorni seguenti. Racconta quando inizia a maturare l’idea, il 7 novembre, prima di rapire Giulia e poi di ucciderla se le cose non fossero andare come lui sperava. Scrivendo una lista di cose da fare a acquistare.Turetta faticherebbe a ricordare precisamente cosa sia poi accaduto prima a Vigonovo poi a Fossò: “non so se l’ho colpita col coltello, riferendosi a quello spezzato, ma suppongo di si”. Eppure in aula il suo avvocato evidenzia come il coltello non risulti essere stato utilizzato per colpire Giulia. Turetta però non sa spiegare il perché. Poi scrive di Fossò, sembra in preda alla furia e al panico, poi verso la fine il pentimento (Servizio di Ilaria Marchiori)


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