16/10/2024 LONGARONE – A quasi un anno dalla sua tragica morte, Giulia Cecchettin rivive nei racconti e negli aneddoti che il papà Gino confida a cuore aperto a chi incontra. E stamattina il dialogo è stato fruttuoso con gli studenti dell’alberghiero e dell’Enaip di Longarone, prima tappa degli eventi organizzati dal Comune di Longarone con la Fraternita Misericordia contro la violenza di genere. || Partiamo dalla fine, quando dopo oltre un’ora fitta di dialogo, fuor dalla retorica predominante che ci vuole diversi e dunque omologati, anche nel sentimento più intimo quale è il dolore, uno studente si avvicina al palco per parlare vis a vis con Gino Cecchettin. E’ l’immagine più forte che riassume il valore della mattinata intensa al Centro culturale di Longarone: in platea studentesse e studenti dell’alberghiero e dell’Enaip con i loro insegnanti per il primo dei quattro eventi organizzati dal Comune di Longarone e dalla Fraternita di Misericordia contro la violenza di genere. “Fondamentale l’alleanza scuola famiglia, lavorare con voi per promuovere l’educazione all’amore e non semplicemente alla sessualità” dirà poco prima dal palco il sindaco Roberto Padrin introdotto da Giorgia Segato che con maestrìa dipana e intesse la conversazione con gli studenti che in queste settimane hanno raccolto e inviato le loro domande a Gino Cecchettin. Il papà di Giulia, nel dolore, vive sua figlia, demonizzando quello stesso dolore va avanti, per sé e per la sua famiglia. Durante l’incontro c’è tempo e modo per parlare della promozione dell’attenzione verso l’altro, ma anche del patriarcato che domina la nostra società e pure dell’uso dei social”trappole che ti catturano” spiega Gino Cecchettin che esorta la platea a non farsi fagocitare dalla tecnologia che allontana dalla vita reale.GINO CECCHETTIN PAPA’ DI GIULIA CECCHETTIN1.54 come famiglia 2.19 sorridere – Intervistati GINO CECCHETTIN (PAPA’ DI GIULIA CECCHETTIN) (Servizio di Tiziana Bolognani)
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