VENEZIA – Scuole superiori chiuse fino al 31 gennaio in Veneto dove sarà garantita la didattica a distanza al 100 per cento dal 7 gennaio. Questa la nuova ordinanza di Zaia, che parte da dati che restano ancora alti. “La curva non scende. Serve un altro sacrificio”, ha detto il Governatore. || Questa la prima mossa di Luca Zaia del nuovo anno, mentre a livello governativo si discute sulle misure da adottare subito dopo l’Epifania. Le scuole superiori quindi restano chiuse in Veneto fino al 31 gennaio, con la didattica a distanza garantita al 100 per cento. Per Zaia non si poteva tergiversare ulteriormente.L’ordinanza riguarda 117 mila studenti veneti e 18 mila tra docenti e collaboratori, numeri che il direttore della Sanità veneta Luciano Flor contestualizza all’interno di una precisa dinamica di contagio, nonostante l’Istuituto superiore di Sanità certifichi in queste ore come la scuola non sia tra i primi tre contesti di trasmissione in Italia. Insomma, il problema è la scuola in sé, quindi la vita in aula, e non tanto o non solo i trasporti.Più in generale, inutile negare, dopo settimane di restrizioni ci si aspettava dati migliori.Anche per questo, si guarda alle decisioni di Istituto superiore e Cts, con i parametri destinati a cambiare. L’arancione, quasi sicuramente, scatterà con un RconT pari a 1 e potrebbe essere il caso del Veneto.Insomma, è il momento di responsabilità precise, collettive ma anche individuali. Da qui il richiamo del governatore ai furbetti della quarantena. “C’è chi dà il numero di telefono sbagliato”, denuncia Zaia, “così non andiamo da nessuna parte”. – Intervistati LUCA ZAIA (Presidente Regione Veneto), LUCIANO FLOR (Direttore Generale Sanità Regione Veneto) (Servizio di Cristian Arboit)


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