SAN DONA’ DI PIAVE – Operazione dei carabinieri di San Donà di Piave. Sette misure cautelari eseguite questa mattina. A capo della banda Luciano Maritan, nipote dell’ ex boss della mala. || Minacce per intimidire i debitori, incendi dolosi e spaccio di cocaina. A capo, secondo quanto accertato dalle indagini dei carabinieri, Luciano Maritan, 55enne nipote di Silvano, ex della mala del Brenta già in carcere per omicidio, e figlio di Lino. I due sono stati arrestati dai carabinieri di San Donà di Piave con altri cinque complici, tutti italiani e con precedenti.Le indagini, con la collaborazione dei Ros, sono iniziate dopo due atti intimidatori avvenuti a San Donà, a gennaio e settembre 2020: in entrambi i casi, i componenti della banda avevano incendiato il furgone di una ditta del settore dell’assemblaggio di minuterie metalliche. La banda pretendeva la restituzione di un debito da parte del creditore che in quel periodo non riusciva a pagare e per dargli un “segnale” hanno preso di mira la ditta, appartenente, tra l’altro, a un suo parente. Da quegli episodi i carabinieri sono risaliti all’esecutore materiale degli incendi, un 48enne, e poi al mandante, Maritan. Gli altri complici si occupavano delle minacce e delle ricerche per localizzare la vittima. Le indagini e le intercettazioni hanno poi portato a scoprire l’esistenza di un altro creditore, un pusher che aveva un debito di droga non saldato col gruppo: Maritan, infatti, risulta essere attivo nello spaccio di cocaina nella zona di San Donà. Nel corso delle operazioni ne è stata, infatti, sequestrata una modica quantità. Le accuse sono di: incendi dolosi, estorsioni e spaccio. (Servizio di Ilaria Marchiori)


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