MONTEBELLUNA – In centinaia i rom accorsi da tutta Italia per dare l’ultimo saluto, nonostante le restrizioni imposte dal Covid, al capo famiglia Muharem Salkanovic, morto per Covid a 65 anni la notte di Capodanno. || 12 figli, 65 nipoti, dalla notte del 31 dicembre la processione dei familiari di Muharem Salkanovich, a capo dell’omonima famiglia nomade, mancato per Covid all’età di 65 anni, è stata continua. Un via vai di camper da tutto il Veneto, ma non solo, quest’uomo arriva da Roma, nonostante il periodo di restrizioni ha sfilato davanti all’obitorio fermandosi anche per l’intera nottata. Avevamo già pronti per l’ultimo viagigo di papà una carrozza con i cavalli ma il Covid ci ha tolto anche questo racconta uno dei figli che ricorda come il padre avesse sempre cercato di tenerli lontani dal malaffare proteggendo la loro comunità a Montebelluna, una delle più chiuse e radicate sul territorio. Dopo giorni di permanenza davanti all’obitorio, sorvegliati da Digos e Carabinieri, la famiglia ha ottenuto di poter vedere la salma per pochi minuti. La bara sigillata sarà poi portata nel campo come da usanza rom per l’ultimo saluto nella sua casa e tumulata in cimitero.La famiglia ha annunciato che farà richiesta per avere la cartella clinica dell’ospedale di Castelfranco dove il 65enne era stato trasferito per delle terapie alla spalla ma dove arrivò , pare, con tampone negativo al covid. – Intervistati SLATKO SALKANOVIC, LUCREZIA FAVARO (CAPOGRUPPO FRATELLI D’ITALIA MONTEBELLUNA) (Servizio di Anna De Roberto)