TREVISO – Primo giorno di zona rossa. Preludio di un Natale amaro, secondo le opinioni dei trevigiani che abbiamo incontrato nel centro storico deserto. || L’albero della piazza senza nessuno a fotografarlo, insegne luminose che abbelliscono vetrine buie. Qualche cartello con scritto “consegne a domicilio” che ci ricorda cosa si può ancora fare. Chiusi negozi, centri estetici, bar e ristoranti, anima delle città, nelle normali vigilie natalizie, che quest’anno devono fare i conti con le misure di contenimento al contagio. E Treviso si risveglia così, deserta, nel primo giorno di zona rossa del Paese, che avvia i due “mini lockdown” previsti dal decreto Natale: il primo fino a domenica 27 il secondo a Capodanno. Un giorno oggi, che si affaccia ad un Natale quantomeno anomalo, ci dicono i trevigiani, che vivono questo momento con amarezza. Si contano sulle dita di una mano le persone che, complice la pioggia, animano il cento storico, pochi rumori liberi dal consueto vocìo dello struscio, a tenere compagnia, le campane e la pioggia. Giro di vite che non riguarda solo i negozi, ad esclusione dei supermercati, farmacie, edicole, tabaccherie, lavanderie, parrucchieri, ma anche il limite agli spostamenti consentito una sola volta al giorno per far visita a parenti o amici all’interno della stessa regione, dalle 5 alle 22 con un limite di due persone, autocertificando la motivazione allo spostamento. (Servizio di Luisa Bertini)