11/12/2023 MORIAGO DELLA BATTAGLIA – L’omicidio della 35enne Elisa Campeol, in aula la sorella dell’omicida reo confesso punta il dito contro gli operatori socio sanitari dell’Ulss 2: «Se lo avessero seguito come dovevano, forse questa tragedia non sarebbe accaduta». || «Mio fratello è stato abbandonato dai servizi socio sanitari: se lo avessero seguito come dovevano, si sarebbero accorti che qualche cosa non funzionava e forse questa tragedia non sarebbe mai accaduta». A dirlo in aula è stata la sorella di Fabrizio Biscaro, il 37enne a processo per la brutale uccisione, nel giugno 2021 lungo il Piave, all’Isola dei Morti, a Moriago, della barista 35enne di Pieve di Soligo Elisa Campeol. La sorella punta dunque il dito sugli specialisti dell’Ulss 2, che avrebbero sottovalutato prima la situazione familiare in cui Biscaro sarebbe cresciuto, madre dipendente dall’alcol e padre violento, e poi il suo stato in seguito ai tre tentativi di suicidio messi in atto dall’uomo. Dopo l’ultimo ricovero, qualcosa si era rotto nel rapporto di fiducia con la professionista che lo seguiva. E da lì sarebbe stata una deriva. La difesa del 37enne ha chiesto che lo specialista che lo ha giudicato capace di intendere e di volere venga ricusato, ma l’istanza è stata respinta. In aula anche i genitori della giovane donna accoltellata con 30 fendenti: «Prendiamo dei farmaci per dormire – ha raccontato la mamma – andare avanti è difficile: viviamo nella casa di Elisa, ci sembra che lei ci sia ancora». (Servizio di Lina Paronetto)


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