20/11/2023 TREVISO – Chiedeva sesso in cambio di una promozione e la molestava. L’incubo di un’impiegata che ha denunciato il suo datore di lavoro. Agli arresti domiciliari il titolare di un’azienda metalmeccanica di Treviso. || Rannicchiata contro un muro nell’ufficio del titolare per cercare di non farsi toccare. Un incubo che durava ormai da anni. Lei impiegata di 40 anni con un figlio da mantenere ed un lavoro che non poteva perdere in un’azienda metalmeccanica conosciuta a Treviso. Ad importunarla sessualmente un imprenditore, di 68 anni proprietario dell’azienda. All’inizio frasi molto poco velate e inopportune con doppi sensi: Saresti la candidata giusta per andare in fiera, ma devi meritarlo, e poi.. mi tocco e ti penso, la donna che freme mi piace. Fino a frasi ben più volgari. Ma dalle parole poi è passato ben presto ai fatti, le si strisciava addosso, tentava di abbracciarla e baciarla. Fino a gennaio di quest’anno l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nel suo ufficio si slaccia i pantaloni le chiede di toccarlo e poi, le mette le mani sulle gambe, e inizia a palpeggiarla. Lei terrorizzata si rannicchia per difendersi. Il giorno dopo dice basta e si mette in malattia. Già a maggio la vittima era andata dal medico per un forte stress . Il referto rilasciato alla donna parla di una sindrome ansiosa depressiva causata da mobbing e molestie sessuali. Inevitabile attivazione immediata del codice rosso. Intanto la 40 enne si è recata in Procura per presentare denuncia. Sono così partiti accertamenti ed indagini che hanno portato l’imprenditore agli arresti domiciliari. Misura eseguita venerdì scorso. Sono stati anche sentiti i dipendenti. Altre tre vittime hanno riferito di aver ricevute le stesse attenzioni non richieste. L’ennesima violenza ai danni di vittime che hanno atteso prima di denunciare per paura, vergogna e soggezione. Per l’imprenditore, era diventata un comportamento abituale, che tutti conoscevano, ma che è rimasto per anni nel silenzio. Fino al coraggio di questa 40 enne (Servizio di Daniela Sitzia)
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