03/11/2023 MESTRE – Strage del bus di Mestre. Oggi ad un mese esatto dalla tragedia ancora troppi gli interrogativi || La più giovane si chiamava Charlotte, di nazionalità tedesca. Aveva soltanto un anno e mezzo. Era una delle 21 vittime del bus piombato giù dal cavalcavia di Mestre lungo via della Pila, a Marghera dove sono riuscite a sopravvivere 15 persone con una bimba di appena 4 anni ancora in condizioni critiche all’ospedale di Padova. Ad un mese dalla strage, con le indagini della Procura di Venezia in corso, ancora tanti gli interrogativi aperti e un’unica terribile certezza: quella di un futuro strappato per chi non c’è più. Conoscere la verità, rinchiusa in quella scatola nera rimasta danneggiata dalla caduta prima e dalle fiamme poi, la cui memoria ora si spera di ritrovare grazie al suo salvataggio custodito a Francoforte, in Germania, tra le nuvole dei cloud. Lunedì prossimo, 6 novembre, l’udienza di conferimento dell’incarico per gli ulteriori approfondimenti disposti dalla Procura sul cuore dell’autista Rizzotto. Giovedì 9 la seconda perizia sul guard rail, ancora oggetto di sequestro, che ora pende con i suoi pezzi a brandelli sopra le teste di chi lo osserva dal punto della caduta del bus. Sospeso. Come la verità chiesta per l’intera famiglia di nazionalità romena sterminata dal bus, dalle sorelline Georgina e Aurora 13 e 8 anni e ancora Daria e Anastasia 12 e 10 anni, da quel bimbo mai nato e morto con la sua mamma Alessandra che da 8 mesi lo portava in grembo. Verità chiesta da più comunità per tutte le vittime e i feriti nella strage del bus di Mestre di quel tragico e maledetto 3 ottobre 2023. – Intervistati RENATO BORASO (ASSESSORE AI TRASPORTI DI VENEZIA) (Servizio di Annamaria Parisi)
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