26/10/2023 VENEZIA – Sulla nomina di Buttafuco alla presidenza della Biennale scoppia la polemica tra Fratelli d’Italia e Partito Democratico.Per i primi è caduto un feudo della sinistra, per i secondi è una nomina da lottizzazione politica. || «A Pietrangelo Buttafuoco do il benvenuto a Venezia a nome mio personale e di tutta la città». Se il sindaco Luigi Brugnaro ha commentato la nomina del nuovo presidente della Biennale all’insegna dell’aplomb istituzionale, più o meno sulla stessa linea del presidente di Regione Luca Zaia; per il senatore mestrino di Fratelli D’Italia Raffaele Speranzon si tratta del cambio di passo che il governo Meloni vuole imprimere in ogni sede culturale e sociale della nazione: come la Biennale, definita un feudo in cui la sinistra collocava amici e accoliti. Immediate le reazioni del PD veneziano. Per la segretaria Monica Sambo «Speranzon rappresenta la nomina di Buttafuoco per ciò che è: pura lottizzazione politica». Secondo Giuseppe Saccà e Sara Arco «questo provincialismo rischia di compromettere la funzione culturale dell’Istituzione».Sulla nomina di Buttafuoco, scrittore e giornalista con un passato nel Fronte della Gioventù prima, e nel Movimento Sociale Italiano e in Alleanza Nazionale poi, si è espressa anche la consigliera regionale del “Veneto che Vogliamo” Elena Ostanel: «Invece di pensare ai feudi da espugnare, la destra farebbe meglio a garantire un reale sostegno alla cultura». Per Daniele Giordano, segretario generale della Cgil di Venezia, «Il Governo vede il Paese come un tabellone del Risiko, in cui le nomine sono funzionali alla conquista dei vertici delle istituzioni».Affermazioni cui replicano il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Fabio Raschillà e la capogruppo a Ca’ Farsetti Maika Canton quelle a sinistra sono «reazioni scomposte che dimostrano che Speranzon ha detto la verità, sono la cartina al tornasole di un modo inquinato di pensare che evidentemente non ci appartiene». (Servizio di Filippo Fois)

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