23/10/2023 SAN TOMASO AGORDINO – E’ impazzata in queste ore sui social network la polemica per l’uccisione del cervo chiamato “Bambotto”: un ungulato reso famoso grazie alla rete per il suo essere sempre a suo agio in presenza dell’uomo. || Dev’essere stato una preda facile, troppo facile, il cervo di 7 anni che a Pecol di San Tomaso Agordino tutti chiamavano “Bambotto”, ucciso da un cacciatore del quale non sono note le generalità. Nessuna violazione dal punto di vista legale, l’area è aperta all’attività venatoria e il cervo non è animale protetto, ciò nonostante il caso è diventato molto popolare per la fortissima indignazione scaturita sui social tra gli abitanti del paese e, più in generale, tra le migliaia di persone che seguivano pedissequamente le avventure dell’ungulato, ritratto in migliaia di scatti e che in paese era diventato una vera e propria mascotte. Amatissimo dai bambini, ancora cucciolo era stato praticamente adottato dalla popolazione, presso la quale si recava quotidianamente per mangiare il cibo direttamente dalle mani, o pisolare sugli zerbini, a volte addirittura entrando all’interno delle case. Non deve aver quindi avuto nessun timore, Bambotto, dell’uomo che brandiva l’arma e che ha sparato il colpo letale.Un caso che ha scatenato il dibattito, anche politico, con l’intervento del consigliere regionale del PD Andrea Zanoni e il suo invito alla popolazione a farsi parte attiva per la tutela del patrimonio faunistico e che ha trovato l’appoggio di centinaia di utenti che sul web che condannano l’atto. Dall’altra i cacciatori, secondo i quali il cervo si sarebbe reso recentemente protagonista di comportamenti ritenuti violenti, e per i quali sarebbe stato opportuno l’abbattimento. Quel che è certo che l’animale si fidava del’uomo ma questo, più che un merito, è diventato la sua colpa. (Servizio di Stefano Bozzi)


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