05/10/2023 BELLUNO – La prima sentenza istruttoria sul disastro del Vajont è stata pubblicata integralmente in uno volume edito a 60 anni dal 9 ottobre 1963. Curato dal professor Maurizio Reberschack, da Silvia Micellaneo e Enrico Bacchetti, il volume rende onore alla determinazione del giudice Mario Fabbri e dà voce a chi non ne ha avuta nè prima nè dopo la sciagura. || “Senza Mario Fabbri il processo del Vajont non sarebbe stato fatto. Senza il giudice Fabbri, senza l’uomo Fabbri, sicuramente le cose sarebbero andate diversamente da come lui ebbe il coraggio, la forza, la tenacia, la competenza di impostarle”. L’incipit del professor Maurizio Reberschack, che firma con Silvia Miscellaneo e Enrico Bacchetti il volume “Vajont. La prima sentenza”, è già sintesi dello straordinario impegno profuso a 60 anni dal 9 ottobre 1963. Al centro del libro la trascrizione integrale della documentazione processuale della sentenza istruttoria con la quale Fabbri, nel febbraio del 1968, rinviava a giudizio undici imputati. Una sentenza, iscritta dall’Unesco nel programma “Memoria del mondo”, che ha fatto giurisprudenza, che testimonia il lavoro scrupoloso e ostinato sulla storia delle diga e della frana, schema paradigmatico della commistione di interessi a sfregio dei territori. Il volume presentato oggi a Belluno è stato promosso dall’Isbrec, capofila, Archivio di Stato di Belluno, Associazione Tina Merlin, Fondazione Vajont e Anpi Belluno. Presente Antonella Fabbri, figlia del giudice Mario Fabbri scomparso nel 2019, testimone di un incontro fra il padre e il giudice Falcone a Venezia. – Intervistati MAURIZIO REBERSCHACK (CURATORE “VAJONT. LA PRIMA SENTENZA”), SILVIA MISCELLANEO (CURATRICE “VAJONT. LA PRIMA SENTENZA”), ANTONELLA FABBRI (FIGLIA DEL GIUDICE MARIO FABBRI) (Servizio di Tiziana Bolognani)


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