05/09/2023 LIVINALLONGO DEL COL DI LANA – L’ennesima tragedia del lavoro, la morte di Massimo Crepaz, operaio della Funivie Arabba, ha scosso non solo la provincia di Belluno ma l’Italia intera nel giorno della mobilitazione a Vercelli per l’incidente ferroviario accaduto a Brandizzo e in cui hanno perso la vita 5 operai. E il giorno dopo l’infortunio mortale sulla seggiovia del Padòn le riflessioni della politica e del mondo sindacale. || Le morti bianche piaga sociale con il Veneto si conferma regione in testa alla classifica per incidenti e morti sul posto di lavoro: 51 nei primi 7 mesi del 2023. Ieri al Passo Padon l’ultimo di una lunga e triste scia di dolore e di rabbia: le cause della morte di Massimo Crepaz, operaio 57 enne di Livinallongo dipendente della società Funivie Arabba, per il momento restano oscure. Spisal e carabinieri coordinati dalla magistratura stanno ricostruendo la dinamica dell’infortunio accaduto ieri un’ora prima di mezzogiorno. L’uomo, con esperienza trentennale alle spalle, era impegnato nella manutenzione dell’impianto di risalita Padon 1 quando all’altezza del pilone numero 13 è rimasto impigliato nel sistema fune – carrucola; era il primo giorno di lavoro per gli operai addetti alle manutenzioni degli impianti e Crepaz erà il papà di tutti, professionalmente parlando. La Cisl di Belluno Treviso con il suo segretario Massimiliano Paglini commenta il presunto errore di comunicazione che pare esserci stato tra la vittima e chi stava manovrando la seggiovia: “Non è accettabile – afferma Paglini – che si possa morire per carenza di comunicazione tra soggetti che operano nello stesso cantiere, così come sono intollerabili negligenze, leggerezza e fretta nell’effettuare operazioni di manutenzione, magari per esigenze di risparmio di tempo e di costi da parte delle aziende”. Il Pd, con il suo segretario regionale Andrea Martella, chiede che venga attivato con urgenza l’Osservatorio sulla sicurezza con il coinvolgimento di Istituzioni e parti sociali per contrastare un fenomeno, quello delle morti bianche, che ha raggiunto livelli inaccettabili.Dalla Regione l’impegno del Presidente Zaia il cui auspicio è che la sicurezza nei luoghi di lavoro non sia solo nelle parole. A una “cultura diffusa” si riferisce Zaia che deve andare di pari passo con il contrasto alla carenza di personale negli organici degli Spisal e dei tribunali. E’ questa situazione contingente a rendere m – Intervistati LUCA ZAIA (PRESIDENTE REGIONE VENETO) (Servizio di Tiziana Bolognani)


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