23/08/2023 FELTRE – Gli infermieri di famiglia e di comunità entrano a pieno titolo nel percorso virtuoso avviato dall’Ulss Dolomiti per lo sviluppo dell’assistenza territoriale. Da ottobre 2022 nel basso Feltrino e poi a Fonzaso, Arsiè, Lamon e Borgo Valbelluna il progetto ha dimostrato che il tema della prossimità è centrale nel Bellunese ed è a tutta la provincia che l’iniziativa punta ad estendersi. || Una “chicca” in Veneto, una delle pochissime esperienze avviate per affrontare di petto il tema della prossimità inserita all’interno del noto decreto ministeriale dello scorso anno per lo sviluppo dell’assistenza territoriale. In provincia l’Ulss Dolomiti non ha perso tempo: il quadro socio-epidemiologico riferisce che 1 residente su 4 ha più di 65 anni e in questa fascia di età una su 15 presenta una condizione di non autosufficienza, mentre la metà degli anziani bellunesi vivono in solitudine. In questo contesto avviare subito il progetto dell’infermiere di comunità è stato un imperativo, sin dallo scorso ottobre. L’area feltrina quella eletta per le prove generali.143 le persone prese in carico nel Basso feltrino, 133 fra Fonzaso, Lamon, Sovramonte e Arsiè, 85 nel comune di Borgo Valbelluna. L’età media 83 anni; i principali problemi rilevati vanno dal rischio cadute e mobilità, polifarmacologia, perdita della memoria, solitudine.Una figura fondamentale quella dell’infermiere di famiglia che agevola anche la comunicazione tra l’assistito e i servizi sociali territoriali. Al momento è presto parlare di indicatori di esito; per ora si sta testando la tenuta del modello assistenziale che a breve sarà sperimentato anche a Sedico e che in futuro la direzione dell’azienda sanitaria vorrebbe estendere a tutta la provincia. – Intervistati LUCIA DALLA TORRE (DIRETTRICE DISTRETTO FELTRE ULSS 1 DOLOMITI), KATIA PAGOTTO (COORDINATRICE ADI ULSS 1 DOLOMITI), GIUSEPPE DAL BEN (COMMISSARIO ULSS 1 DOLOMITI) (Servizio di Tiziana Bolognani)


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