07/08/2023 LONGARONE – Dovrebbero rientrare a L’Aquila, città che ne ha ospitato i processi giudiziari, gli atti relativi alle inchieste sulla tragedia del Vajont. Tuttavia Roberto Padrin, sindaco di Longarone, è pronto ad avviare una battaglia affinchè questi preziosi documenti rimangano nel bellunese. || “Gli atti del Vajont sono la nostra storia e devono rimanere qui”. Si esprime così il sindaco di Longarone Roberto Padrin con riferimento alla restituzione dei 256 faldoni contenenti l’enciclopedia di atti processuali e d’indagine nei confronti della vicenda del Vajont, e che da ormai 13 anni sono custoditi nel bellunese, dopo che il terremoto del 2009 flagellò L’Aquila, città in cui furono tenuti i processi e dove dunque, secondo la legge, gli atti dovrebbero rimanere.Diversi i progetti in cantiere che orbitano attorno alla conservazione e condivisione pubblica questi documenti, peraltro ulteriormente impreziositi dalla loro recente entrata nel registro della memoria UNESCO. Il primo passo sarà richiedere l’emanazione di un decreto di deroga perenne sulla restituzione dei documenti al Ministero della Cultura, per farlo Padrin lancia un appello a tutti gli enti coinvolti affinché l’azione sia sinergica e la richiesta rappresenti il volere popolare di mantenere in loco questo tassello importantissimo della storia del Bellunese, proprio nell’anno delle celebrazioni del suo 60 anniversario. – Intervistati ROBERTO PADRIN (SINDACO DI LONGARONE) (Servizio di Stefano Bozzi)


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