03/08/2023 TREVISO – Impossibile per il Comuni prendersi carico da gennaio delle pratiche del nuovo assegno di inclusione. Ad affermarlo il presidente di Anci Veneto Mario Conte, che lancia l’ennesimo appello al Governo. || Comuni con gli organici già all’osso, se dal 1 gennaio, con l’avvento dell’assegno di inclusione, che andrà a sostituire il reddito di cittadinanza, una parte del lavoro finora svolto dall’Inps verrà delegato come prevede l’attuale norma agli uffici dei Servizi sociali, nei municipi sarà il caos. E’ Mario Conte, nella veste di presidente dell’Anci Veneto, a lanciare l’allarme. Una misura vitale per chi la percepisce non può essere gestita da enti, i Comuni, già oberati.In Veneto e in generale al Nord, i numeri del reddito di cittadinanza non sono esorbitanti, i nuclei percettori, tolti gli oltre duemila cancellati in questi giorni tramite l’ormai famigerato sms dell’Inps, sono poco meno di 33mila, ma anche solo qualche centinaio di pratiche, secondo Conte, rischierebbe di mettere in crisi gli uffici, cui verrebbe demandato un ruolo di valutazione di ogni singolo caso.Tra l’altro, i 2.141 nuclei familiari a cui il reddito è stato sospeso devono, in caso di figli, provvedere ora a presentare domanda per l’assegno unico, che prima veniva erogato automaticamente. – Intervistati MARIO CONTE (Presidente Anci Veneto), FILIPPO PAGANO (Direttore Inps Veneto) (Servizio di Lina Paronetto)


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