08/07/2023 SANTO STEFANO DI CADORE – La strage di Santo Stefano. In un video acquisito dai carabinieri, la corsa dell’Audi in centro al paese e il rumore dello schianto costato la vita a papà, figlioletto e nonna. || Il rumore che anticipa il passaggio dell’Audi ad alta velocità, qualche istante dopo lo schianto e le urla di vittime e testimoni. Nel filmato registrato da una telecamera di sorveglianza, gli istanti della strage di via Udine: dopo che l’auto sfreccia in centro a Santo Stefano di fronte all’occhio elettronico, trascorrono 3-4 secondi. Quelli che separano la vita dalla morte. Al volante c’è la 32enne tedesca Angelika Hutter, a terra rimangono Marco Antoniello, il figlioletto Mattia, due anni appena, e la nonna Mariagrazia Zuin. Di professione mediadesigner, residente a Deggendorf, in Baviera, poco lontano da Ratisbona, ma di fatto senza alloggio in Italia, visti abiti, cibo e coperte rinvenuti in auto, la giovane donna, stando al video acquisito dai Carabinieri di Belluno da un’autofficina del posto, viaggiava ad almeno 70 km/h, in un tratto in cui il limite è di 50. Un’elevata velocità, visto il posto, che potrebbe non essere casuale. Si fa strada l’inquietante ipotesi che l’automobilista possa aver investito volontariamente la famiglia di Favaro Veneto. Gli investigatori hanno verbalizzato una testimonianza secondo cui poco prima dell’incidente la donna aveva litigato furiosamente con una persona, poi era salita in macchina ed era ripartita sgommando. Cercando forse di riversare la sua rabbia incontrollata su delle vittime innocenti. Anche ai nostri microfoni era stata riferita questa circostanza. Ad avvalorare l’ipotesi del gesto volontario, l’assenza di segni di frenata sull’asfalto e l’improvvisa sbandata in un tratto rettilineo. Come se Marco, Mattia e Mariagrazia siano stati il casuale obiettivo di una volontà di uccidere che potrebbe aggravare l’accusa formulata nei suoi confronti. Accusa, quella di triplice omicidio stradale, che in questo momento non garantisce la possibilità di trattenere in cella la 32enne, non essendo aggravato dall’uso di alcol o sostanze stupefacenti. Il timore della Procura di Belluno è che Angelika, una volta in libertà, possa rit (Servizio di Lina Paronetto)


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