08/06/2023 VERONA – Primi fotogrammi dalla stanza dei fermati della questura di Verona, il cosiddetto “acquario”, dove si sarebbero consumate le violenze contestate a cinque poliziotti finiti ai domiciliari con le accuse di tortura, lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio. Gli interrogatori di garanzia si terranno mercoledì prossimo. || L’agente Alessandro Migliore e l’assistente capo Loris Colpini nell’acquario della questura di Verona, la stanza dei fermati con una parete in plexiglas, alle prese con il romeno Nicolae Daju, la sera del 14 ottobre scorso. Dalle informative della Squadra Mobile scaligera, i primi fotogrammi tratti dai filmati delle telecamere piazzate lì dove si sono consumate le violenze che hanno portato Migliore, Colpini e altri tre colleghi agli arresti domiciliari. Intercettazioni telefoniche e visive, dunque, che insieme al resto del materiale prodotto dalla Squadra Mobile ha fatto sì che il gip concedesse, lo scorso 26 maggio, le misure cautelari. Con l’indicazione di ulteriori posizioni da approfondire, come quella di un’agente donna che a novembre avrebbe prima suggerito a un cittadino nordafricano che chiedeva di andare in bagno di fare la pipì verso l’alto così che l’urina gli finisse in testa, poi gli avrebbe spruzzato contro lo spray. Non un’inchiesta estemporanea, ma la prosecuzione di un’altra indagine aperta nel febbraio 2022 a carico di un assistente capo e un agente scelto, sempre delle Volanti, attualmente sospesi. Sul caso è intervenuta Elly Schlein, definendo quelli di Verona atti intollerabili e odiosi annunciando che il Partito Democratico ha presentato un’interrogazione al ministro Matteo Piantedosi perché riferisca in Parlamento e “faccia piena luce” su questi episodi di “violenza ingiustificata”. (Servizio di Lina Paronetto)


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