17/05/2023 PIACENZA D’ADIGE – Si aggrava in queste ore il bilancio del maltempo in Emilia Romagna. Una settimana fa dopo mesi di siccità, allagamenti si sono registrati nella Bassa Padovana dove il lavoro delle idrovore ha evitato il peggio. Oggi siamo stati a vedere come funziona l’impianto di bonifica San Felice a Piacenza D’Adige. || La situazione è tornata alla normalità, nessuna preoccupazione neppure per quanto potrà accadere nei prossimi giorni. Ma una settimana fa in questa vasta area della Bassa Padovana tra i comuni di Piacenza d’Adige, Masi e Castelbaldo, l’idrovora San Felice pompava a pieno regime tentando di drenare l’acqua che già aveva invaso le campagne nel fiume Fratta Gorzone. 2500 metri cubi d’acqua al secondo con le due pompe in funzione: tanto riesce a drenare questa idrovora, una delle più vecchie del Consorzio, dove in caso di allerta i turni di guardia del personale coprono le 24 ore per controllare il deflusso nel Fratta Gorzone. Qui il livello dell’acqua non può salire oltre il livello di guardia di 9.10/9.20 metri quando, in base a un accordo siglato con Regione e Genio Civile, le portate immesse nel fiume devono essere dimezzate. Un sistema di gestione delle acque che ha fatto passi tecnologici da gigante, una grossa mano arriva anche dal telecontrollo, in cui la regione Veneto ha ulteriormente investito dopo la grande alluvione del 2010. – Intervistati MATTEO PACCAGNELLA (Consorzio Bonifica Adige Euganeo), MICHELE ZANATO (Presidente Consorzio Bonifica Adige Euganeo) (Servizio di Chiara Gaiani)
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