06/05/2023 ODERZO – Lavorare perchè le solitudini non sfocino in atti di violenza. Ospite in diretta ad Antenna Tre, l’avvocatessa di Oderzo Meri Zorz, accoltellata in studio da un cliente che si è poi tolto la vita, ha voluto lanciare in questo senso un appello. || Possa servire a ridurre la solitudine, la deriva di chi rimane solo, quello che è accaduto a lei. Ospite a Prima edizione, l’avvocatessa opitergina Meri Zorz, accoltellata il 24 aprile nel suo studio da un cliente che si è poi tolto la vita, si appella alle realtà istituzionali e sociali di ogni livello: occorre stare accanto a chi, come il 53enne Giuseppe Silvestrini, si ritrova da solo con un fardello troppo pesante da portare, come la cura dei due fratelli disabili. Si commuove, Meri, di fronte alle immagini del funerale. Alle esequie del suo aggressore ha preferito non essere presente. La mano fasciata, un nervo reciso che difficilmente recupererà, la professionista ancora non è tornata al lavoro e per adesso preferisce non farlo. In terapia da uno psicoterapeuta, risponde così quando le si domanda come stia ora. Era convinta di morire, Meri, quella mattina, lo sentiva chiaramente. Incapace di farlo, anche se la sua volontà, dice Meri, era quella. Senza un motivo scatenante, aggiunge, se non quei mostri imprevedibili che erano dentro di lui. – Intervistati MERI ZORZ (Avvocatessa) (Servizio di Lina Paronetto)
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