05/05/2023 BASSANO DEL GRAPPA – Sul reato di stalking a mezzo stampa ipotizzato nella vicenda Bramezza il segretario della Slc Cgil Nicola Atalmi è durissimo: “Cose che possono succedere in Iran o nella Russia di Putin – dice – non certo qui da noi” || La libertà di stampa è un bene prezioso, sancito dall’Articolo 21 della Costituzione. Un bene da custodire con cura e attenzione, perché c’è il rischio che venga messo in discussione il diritto di raccontare ai cittadini quello che succede fuori dalla porta di casa. Parole di Nicola Atalmi, segretario regionale della categoria che rappresenta i lavoratori delle telecomunicazioni e del sistema radiotelevisivo. Parole che riportano l’attenzione sul reato ipotizzato dalla Procura di Vicenza nella vicenda che vede indagato l’ingegner Giovanni Jannacopulos per i servizi delle redazioni di Rete Veneta e Antenna Tre sull’Ulss7 Pedemontana e sul dg Carlo Bramezza. La Procura parla infatti di un reato di stalking a mezzo stampa, ed è la prima volta che si parla di questa particolare declinazione. Sulla correttezza dei servizi delle redazioni di Rete Veneta e Antenna Tre, che hanno dato voce ai cittadini e fornito ai cittadini informazioni ritenute importanti su quanto sta accadendo nell’Ulss7 Pedemontana, è già intervenuto il tribunale del Riesame, che ha annullato l’interdizione dall’attività editoriale emessa dalla Procura di Vicenza nei confronti di Giovanni Jannacopulos. Pochi giorni fa la corte di Cassazione ha respinto il ricorso della Procura, confermando il provvedimento del Riesame. La chiusura delle indagini e la formalizzazione dell’ipotesi di reato di stalking a mezzo stampa sono arrivate a ridosso della manifestazione per la libertà di stampa organizzata dal sindacato dei giornalisti del Veneto sul ponte di Rialto. Una voce, quella dell’informazione veneta, che vuol ribadire: nessun bavaglio alla stampa. – Intervistati NICOLA ATALMI (Segretario Generale Slc Cgil Veneto ) (Servizio di Ferdinando Garavello)
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