07/02/2023 VENEZIA – Rari volumi di istruzioni per processare le streghe o per estorcere una confessione dell’inquisizione. Alle vecchie prigioni di Venezia rivive l’antica amministrazione della giustizia durante la Serenissima, smentendo più di un luogo comune. || In anni di onorato servizio le patrie galere della Serenissima ne hanno viste parecchie. Si potrebbe quindi dire che questi efferati strumenti di supplizio abbiano fatto ritorno a casa. In realtà c’è più di un falso mito da demolire. Molto più prosaicamente le pene si espiavano attraverso metodi meno complicati rispetto a quelli che la fantasia un po’ troppo vivace dei secoli seguenti ha tramandato per verità storiche. Grandi frustrate e l’esposizione al ludibrio pubblico. Oltre alla classica “gogna”, era in uso una discreta quantità di varianti, oggetti di derisione come le cosiddette “maschere dell’infamia” ad esempio. Adeguate alla colpa del condannato. Colpe e condanne che in questo e in altri casi erano minuziosamente codificate in antichi testi come il celebre “Malleus Maleficarum” scritto su impulso di una bolla di Papa Innocenzo VIII nel 1484. I falsi miti sul Medioevo non tolgono il fatto che la violenza abbia sempre fatto parte del genere umano. – Intervistati ROBERTO PAPARELLA (CRIMINOLOGO) (Servizio di Filippo Fois)
videoid(8USHNGtOIVw)finevideoid-categoria(a3venezia)finecategoria