12/12/2022 BOLZANO – C’è una tragedia sugli sci tra Bolzano e il bellunese nel passato del 57enne che ha ucciso tre persone durante la riunione di condominio nel bar di Roma. || Primo marzo 2012, il 14enne Romano Campiti muore lungo la pista della Croda Rossa, nel comune di Sesto Pusteria, in provincia di Bolzano. Il padre Claudio, il killer della strage di Roma, sprofonda in un abisso. Da quel terribile giorno, la vita dell’uomo viene stravolta. Qualcosa nella sua mente probabilmente si rompe. Poi il buio di 10 anni, fatto di liti con i condomini, di denunce di accuse, di scritte sul suo profilo a tratti deliranti e di una vita ai margini. Gli investigatori scavano nella vita di Claudio, cercano una spiegazione ad un tragedia che probabilmente non ne ha. Tanti, troppi gli interrogativi per capire cosa ha armato la mano del 57enne che il dolore lo aveva conosciuto con la morte del figlio e che oggi ne ha causato a tante famiglie. Nel 2012, Romano 14 anni, assieme alla sorella, decide di andare in gita con gli slittini, partendo da Cortina, dove erano in ferie con i genitori. Il ragazzino si schianta contro un albero e muore. Una tragedia per la quale sono stati condannati il maestro di sci di San Vito di Cadore, nel bellunese, che avrebbe dovuto fare da apripista mettendosi alla testa della carovana di slittini, ed il direttore responsabile della sicurezza della struttura. Un dramma quello di Roma che riporta alla mente quel terribile giorno. Ma è solo filo conduttore troppo esile per collegarlo a quanto Claudio ha provocato volontariamente a Roma nel bar dove ha ucciso tre persone. Ora si trova in carcere e solo lui forse, potrà dare risposte a domande che non trovano spiegazione. Solo una follia, che le famiglie delle vittime oggi non possono accettare. (Servizio di Daniela Sitzia)


videoid(9gXrS3xgu0k)finevideoid-categoria(a3treviso)finecategoria