07/12/2022 SANTO STINO DI LIVENZA – All’indomani dell’omicidio di San Stino iniziano a emergere dettagli. La procura di Pordenone ha reso noto che l’assassino, Giuseppe Pitteri, aveva un amministratore di sostegno perché non sapeva gestire il patrimonio economico. L’ha colpita con violenza estrema. || “Una violenza inaudita”, l’hanno definita gli inquirenti, scatenata forse da una rabbia che Pitteri, detto Walter, covava da tempo nei confronti della compagna 60enne Cinzia con cui viveva. Il 65enne, aveva un amministratore di sostegno assegnatogli per problemi legati alla gestione del denaro, secondo alcune voci sembra che fosse ludopatico. Da qui potrebbe essersi scatenata la furia che l’ha portato a colpire Cinzia alla testa, fracassandola in più punti, fratturandole anche la mandibola. Ai carabinieri ha parlato di 2-3 colpi di bottiglia, ma secondo gli investigatori sarebbero di più e forse con più di un oggetto ma sarà l’autopsia a stabilirlo con certezza. Quando i carabineri sono arrivati lui aveva gli schizzi di sangue sui pantaloni, la donna era sul pavimento vestita, pronta per tornare al lavoro dopo la pausa pranzo. Una tragedia alla quale si è trovata di fronte la figlia 22enne della coppia, la sorella 26enne vive con la nonna, che rientrando a casa ha trovato il corpo della mamma senza vita. Sconvolta ha iniziato a gridare ed è stato il vicino a soccorrerla, oggi ancora molto scosso. Lui, ex autista mestrino Actv, oggi in pensione, lei parrucchiera di successo, con un negozio a Blessaglia di Pramaggiore, insieme alla sorella. Entrambe le comunità sono sconvolte. – Intervistati MATTEO CAPPELLETTO (SINDACO DI SAN STINO DI LIVENZA) (Servizio di Ilaria Marchiori)


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