03/12/2022 SANTA GIUSTINA – Dolomiti Ambiente e Maserot: probabilmente per molti sono nomi che signigficano nulla, ma anche i loro rifiuti, se abitano in provincia di Belluno, però finiscono lì. || «L’impianto del Maserot è strategico per il Bellunese. Consente una capacità di autogestione del territorio sul fronte di un servizio essenziale quale è quello del trattamento rifiuti. In più, ha il valore aggiunto di chiudere all’interno della provincia l’intero ciclo di gestione dell’umido, dalla raccolta alla trasformazione in compost, attraverso un processo che consente di produrre biogas e di vendere energia elettrica al gestore nazionale. In periodo di rincaro energetico non è un particolare trascurabile». Lo ha detto questa mattina il consigliere provinciale delegato all’ambiente Simone Deola, accompagnando la stampa nel press tour all’impianto di Dolomiti Ambiente spa (in località Maserot, a Santa Giustina).L’impianto tratta su due linee differenti il Rsu (rifiuto solido urbano, vale a dire il secondo non riciclabile) di tutta la provincia, esclusa la Valboite. E tutto il Forsu (frazione organica dei rifiuti urbani) dell’intero territorio provinciale. Il rifiuto umido alimenta un biodigestore che attraverso un processo di fermentazione trasforma la frazione umida in compost utilizzabile come fertilizzante, fornendo al contempo biogas per la produzione di energia elettrica. Proprio il trattamento del Forsu, efficientato negli anni, ha consentito di ottimizzare i costi di gestione della società, dato che oggi nessun residuo umido necessita di gestione esterna. Senza contare che la produzione di energia elettrica viene ceduta al gestore nazionale aumentando i ricavi della società.«Il valore del biodigestore, a livello economico e ambientale per la funzione che svolge nel processo di trattamento del rifiuto, si è visto perfettamente negli ultimi due anni, quando a causa di un problema biologico prima e di un guasto meccanico poi è rimasto fermo» spiega Angelo Smaniotto, amministratore unico di Dolomiti Ambiente spa. «Nel primo caso si è interrotto il processo di fermentazione dei batteri, nel secondo abbiamo dovuto svuotare l’impianto e riparare il danno. Il – Intervistati SIMONE DEOLA (CONSIGLIERE DELEGATO AMBIENTE PROVINCIA BELLUNO), ANGELO SMANIOTTO (AMMINISTRATORE UNICO DOLOMITI AMBIENTE) (Servizio di Fabio Fioravanzi)


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