02/11/2022 TREVISO – Il decreto “antirave” rischia di andare a colpire occupazioni a fini culturali o politici: quelle studentesche, oppure contro l’abbandono di aree cittadine o ancora per sottolineare le emergenze abitative. A sostenerelo, Gaia Righetto del Centro sociale Django, protagonista delle recenti occupazioni a Treviso. || Anche le occupazioni temporanee messe in atto dal Collettivo Ztl a Treviso per evidenziare le aree in abbandono, i cosiddetti buchi neri, sarebbero oggi vietate in base al decreto del Governo, seguito al rave party di Modena. Ma che la nuova norma, applicabile quando più di cinquanta persone invadano di propria iniziativa terreni o edifici, pubblici o privati, possa andare a sanzionare anche altri generi di occupazioni come ad esempio quelle studentesche, è un tema che viene posto da più parti. Anche perché il decreto punisce non solo gli organizzatori, ma anche i partecipanti. Righetto, portavoce del Centro sociale Django, interviene anche sull’episodio all’origine del provvedimento, su cui invita a fare dei distinguo. I rave party non hanno l’esclusiva del consumo di stupefacenti, che avviene a tutti i livelli, anche quelli più impensabili. – Intervistati GAIA RIGHETTO (Portavoce Collettivo Ztl) (Servizio di Lina Paronetto)


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