10/10/2022 LONGARONE – L’appello alle giovani generazioni, l’annuncio della presentazione del logo per il 60° del disastro del Vajont. E poi i ricordi e la commozione. Ieri Longarone, Erto Casso e Vajont hanno commemorato l’anniversario del disastro immane che nel 1963 cancellò 1917 vite umane e un paese intero. || Dal Veneto al Friuli, dall’Emilia Romagna alla Toscana. Frammenti di storia del Vajont, vissuti in prima persona o studiati per passione. Una giovane donna osserva le teche che custodiscono gli oggetti riemersi dal fango: gli orologi segnano inesorabilmente le 22.39. Il 9 ottobre a Longarone, Erto Casso e Vajont da 59 anni è il giorno del silenzio e delle riflessioni.Ad accorgersi di quanto era accaduto i poliziotti della stradale di Belluno in servizio quella drammatica notte. Furono loro a dare l’allame via radio e alla Polizia di Stato nel 50° Longarone conferì la cittadinanza onoraria.Dall’altare della chiesa eretta nel cimitero monumentale a Fortogna l’esortazione a coltivare la memoria che serve ad essere persone migliori, i pensieri del Ministro D’Incà rivolti al giudice Mario Fabbri e alla giornalista Tina Merlin.Una storia quella del Vajont che si concluse in 4 minuti di apocalisse, che ha lasciato sospesi molti interrogativi attorno ai quali saranno incardinati gli eventi per il 60° della immane tragedia che mai dovrà essere condannata all’oblio. – Intervistati VIRGILIO BALZAN (SINDACO DI VAJONT), GIUSEPPE MAGGESE (QUESTORE DI BELLUNO), FEDERICO D’INCA’ (MINISTRO PER I RAPPORTI CON IL PARLAMENTO) (Servizio di Tiziana Bolognani)


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