03/10/2022 BELLUNO – La provincia di Belluno avrà il diritto di mantenere all’interno del proprio territorio la totalità dei fondi recuperati dai produttori di energia idroelettrica delle grandi derivazioni. Stamane al genio civile di Belluno si è fatto il punto sull’entità dell’introito e su come andranno reinvestiti i capitali. || Non nasconde il proprio sollievoil presidente della Provincia Roberto Padrin a fronte dell’applicazione della legge regionale n.27 del 2020, che prevede che i produttori di energia idroelettrica delle grandi derivazioni, siano obbligati a regalare quota parte delle energie prodotte, ai territori stessi che ospitano le centrali. La quota prevista è quatificata in 220kw/h per ogni kw di potenza installata. Infatti, sarà proprio tramite trasferimento di capitali che i produttori pagheranno alle province la quota parte che sono obbligati a versare, moltiplicando il quantitativo di energia a debito per il prezzo medio dell’energia stessa nell’anno precedente. Per la Provincia di Belluno, che produce il 66% di tutta l’energia idroelettrica veneta, e che per disposizione regionale potrà mantenere sul territorio la totalità dei rimborsi previsti, l’importo annuo in ingresso nelle casse provinciali dovrebbe aggirarsi tra 6 e i 10 milioni di euro, che si aggiungono ai già presenti canoni idrici, e che la provincia intende destinare ai settori maggiormente indigenti, primo su tutti quello delle rsa, al fine di contenere l’aumento delle rette mensili.I fondi potrebbero essere disponibili già dagli ultimi mesi dell’anno in corso – Intervistati ROBERTO PADRIN (PRESIDENTE PROVINCIA DI BELLUNO), GIANPAOLO BOTTACIN (ASSESSORE REGIONALE ALL’AMBIENTE) (Servizio di Redazione Medianordest)


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