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MOGLIANO VENETO | L’AGGRESSIONE A MARTA, IL DIFENSORE DEL 15ENNE: «NESSUNA FUGA»

05/08/2022 MOGLIANO VENETO – Il caso del rilascio del giovane condannato per aver accoltellato a Mogliano Marta Novello. Interviene l’avvocato difensore del ragazzo, che respinge le accuse di “fuga”. || «Il mio assistito non è scappato: non c’era una pena da eseguire, non gli è stato notificato nulla, poteva fare quello che riteneva opportuno». Sulla vicenda del rilascio, per un errore burocratico, del 15enne che nel marzo del 2021 accoltellò a Mogliano Veneto Marta Novello, interviene il difensore del minorenne, l’avvocato Matteo Scussat, a cui non sono piaciute, dice, “certe sfumature, certi sottintesi” nelle parole di chi in queste ore ha commentato il caso. Il giovanissimo aggressore di Marta è stato rimesso in libertà a Napoli per la mancata notifica della comunicazione di trasferimento dal carcere a una comunità. Scaduti i termini di custodia cautelare, ha potuto lasciare la struttura e, a quanto pare, anche il Paese: si troverebbe a Londra con la madre, che lavora lì come cuoca. Un’indiscrezione, questa, che ha provocato nell’opinione pubblica uno sdegno ancora maggiore. Il difensore però non ci vede una fuga, anzi: «Credo – afferma – che la madre possa aver ritenuto inopportuno che il ragazzo rimanesse a Mogliano a casa dei nonni, vicino a Marta, e che abbia pensato di portarlo con sé e di prendersene cura». Nella piccola località di Marocco, i due giovani abitano in effetti a una distanza di poche centinaia di metri. E sarebbe stato difficile non incrociarsi. Marta ha definito “inammissibili e incomprensibili” errori burocratici o di disattenzione di questo tipo, ha parlato di scarsa tutela delle vittime, soprattutto di fronte a una doppia condanna in primo e secondo grado e alla conclamata pericolosità del suo aggressore che quel pomeriggio, mentre la 26enne faceva jogging, aveva cercato di rapinarla infliggendole poi 23 coltellate. L’avvocato Scussat si appella tuttavia al principio di garanzia: «Che lo si voglia o meno – conclude – il mio assistito va considerato non colpevole fino alla sentenza definitiva», vale a dire finché non si esprimerà la Cassazione, a cui il legale ha presentato ricorso. (Servizio di Lina Paronetto)


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