21/07/2022 BELLUNO – Anche a Belluno non mancano le preoccupazioni e l’incertezza per quello che sarà il futuro della montagna nel periodo post-Draghi. Molti i temi insoluti e per i quali si prevede la soluzione di continuità; problematiche che pongono ulteriore pressione in un contesto montano già difficoltoso. || Sconcertano e sconfortano le dimissioni di Mario Draghi per le conseguenze potenzialmente funeste che la crisi di governo potrebbe far scaturire nel Bellunese; la montagna veneta potrebbe infatti risultare tra i territori più colpiti dal cambio di rotta governativo. Una provincia le cui difficoltà di gestione sono intrinseche nella morfologia territoriale, il costo del lavoro elevato, il progressivo spopolamento, la gestione deipreparativi infrastrutturali per le olimpiadidel 2026 e la necessità di rilanciare la propria economia e riqualificare il territorio. Forte preoccupazione per il destino della legge quadro della montagna presentata dal ministro Gelmini a Belluno proprio il mese scorso e sulla quale il deputato Roger De Menech esprime massima preoccupazione, specialmente perché le conseguenze del ripartire da zero potrebbero ricadere sulle fasce più deboli e il precariato.Senza contare che il bellunese perde due caricheimportantissime dell’esecutivo Draghi nelle figure del Ministro dei rapporti con il parlamento Federico D’Incà e il Ministro dell’Economia e Finanze Daniele Franco. – Intervistati ROBERTO PADRIN (PRESIDENTE PROVINCIA DI BELLUNO), MARIO POZZA (PRESIDENTE CAMERA DI COMMERCIO TREVISO-BELLUNO) (Servizio di Redazione Medianordest)


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