02/07/2022 AGORDO – Il futuro di Luxottica e dell’impero di Leonardo Del Vecchio. Un impero diviso in 8 parti uguali. || Leonardo Del Vecchio ha sempre guardato oltre, e lo ha fatto anche quando sapeva che se ne sarebbe dovuto andare.L’impero è stato diviso in otto parti uguali tra moglie e figli.Nel suo testamento, aperto presso lo studio Zabban Notari di Milano, il tycoon dell’occhiale ha infatti definito la composizione dell’azionariato di Delfin, la cassaforte lussemburghese del gruppo che detiene il 32% di EssilorLuxottica, il 26% del polo immobiliare Covivio, il 19,2% di Mediobanca e il 9,82% di Generali.Alla moglie Nicoletta Zampillo non ha lasciato però tutta la sua quota, pari al 25%, ma ha ripartito la stessa a metà, lasciandone l’altra parte a Rocco Basilico, 33 anni, il figlio da lei avuto con il primo marito. Gli altri 12,5 sono andati a Claudio Del Vecchio, Marisa Del Vecchio, Paola Del Vecchio, Leonardo Maria Del Vecchio, Luca Del Vecchio e Clemente Del Vecchio.Era già noto invece quale sarebbe stato l’assetto della governance di Delfin, già previsto dal fondatore di Luxottica nelle norme statutarie della holding. E’ infatti tracciato un percorso in cui entrerà in c.d.a. il primo del ‘gruppo degli osservatori’, ossia i manager di fiducia a disposizione per incarichi al vertice, già designati dall’imprenditore scomparso, che di Delfin era Presidente.Il nome non è ancora noto, ma si pensa possa trattarsi di Francesco Milleri, Amministtatore Delegato di EssilorLuxottica che ha già preso il posto di Del Vecchio alla Presidenza del gruppo di lenti e occhiali. Il board di Delfin poi potrà eleggere un Presidente tra i propri membri. Attualmente nel consiglio della holding siedono l’amministratore delegato Romolo Bardin, il notaio Mario Notari, Aloyse May e Giovanni Giallombardo. Del Vecchio avrebbe stabilito che la famiglia resti fuori dalla vita delle aziende, limitandosi al ruolo di azionista: “Un manager lo puoi sempre licenziare, anche se costa caro: un figlio no”, era infatti uno dei suoi motti. (Servizio di Fabio Fioravanzi)