20/06/2022 ROMA – I finanzieri che indagarono sul Mose sono poi stati demansionati e spostati di sede e di ruolo. Lo denuncia un’interrogazione presentata al Ministero della Difesa a prima firma della deputata veneziana Arianna Spessotto. || Nel giugno 2014 la Guardia di Finanza di Venezia, comandata dal colonnello Renzo Nisi e diretta dalla Procura, effettuò 35 arresti nell’ambito dell’inchiesta sul Mose. un’interrogazione a risposta scritta al ministero della Difesa, presentata a prima firma della deputata Arianna Spessotto assieme ad altri esponenti di “Alternativa”, chiede come mai questi ufficiali abbiano poi subito “demansionamenti di fatto, spostamenti di sedi e di ruoli e isolamento lavorativo, che appaiono in evidente contrasto con la dedizione dimostrata e che possono essere interpretati come atti ritorsivi da parte di altri generali e ufficiali da questi indagati”.All’epoca dell’inchiesta, l’allora Presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, definì quello del Mose il più grosso caso di corruzione mai scoperto in Italia. Circostanze queste – si sostiene sempre nell’interrogazione – che avrebbero meritato un riconoscimento e non certo un demansionamento. – Intervistati ON. ARIANNA SPESSOTTO – “ALTERNATIVA” (AL TELEFONO) (Servizio di Filippo Fois)


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