11/06/2022 VICENZA – Continuano le indagini per far luce sulla dinamica del duplice omicidio di Lidja Miljkovic e di Gabriela Serrano. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire cosa avesse in mente il killer e la dinamica con cui ha agito. || Il silenzio dell’assassino. Un silenzio cupo, di morte, con cui Zlatan Vasiljevic ha avvolto per sempre, portandoseli nella tomba, tanti, troppi perchè, e anche qualche come. Perchè è arrivato a una follia così cinica, spietata e violenta? E come ha agito, con quale dinamica? Da quanto pianificava il massacro? Non ci sono risposte. Gli investigatori stanno ricostruendo la dinamica del duplice delitto, per capire come il killer è arrivato a distruggere la vita dell’ex moglie, Lidja Milikovic e dell’ex compagna, Gabriela Serrano, freddate con la stessa pistola, detenuta illegalmente e, da quanto risulta, con matricola abrasa. Ma con se, Zlatan Vasiljevic aveva un arsenale, che doveva aver messo insieme nel tempo: all’interno della vettura su cui è stato ritrovato morto, la Polizia ha rinvenuto una seconda arma da fuoco di piccolo calibro con munizioni. E poi c’erano le granate, gli ordigni lanciati in tre momenti diversi: nella campagna, poco dopo aver crivellato di colpi l’ex moglie in Via Vigolo, e ancora nello spartitraffico tra l’A4 e la tangenziale di Vicenza, vicino alla piazzola di sosta dove è stata ritrovata la vettura col suo carico di morte, e infine in A4, dove le schegge rilasciate dall’esplosione hanno danneggiato gravemente una macchina di passaggio, per fortuna senza ferire nessuno. Ma cosa voleva ottenere il killer? Voleva fare una strage, innescando una serie di incidenti in autostrada? E come se l’era procurate quelle granate di fabbricazione slava M52, lo stesso modello di quelle usate durante la guerra nell’ex Jugoslavia? Che piano aveva? Poteva fuggire? Avrebbe potuto provarci: si trovava su una macchina coi finestrini scuri, non direttamente collegata a lui: da quel che risulta sarebbe stata ancora intestata all’ex marito di Gabriela Serrano. Zlatan Vasiljevic avrebbe potuto tentare di raggiungere il confine, per poi fuggire a piedi, provando a far perdere le sue tracce. E invece all’interno dell’autovettura sono state trovate tracce di un incen (Servizio di Carlo Alberto Inghilleri)


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