PREGANZIOL – La Corte Costituzionale ha bocciato la legge regionale sui controlli di vicinato e si apre un nuovo fronte politico tra Roma e Venezia. In mezzo i sindaci che – sulla base di accordi con le Prefetture – vanno avanti. || L’obiettivo era semplice, ovvero promuovere e regolare il cosiddetto “controllo di vicinato”, anche istituendo una banca dati per il monitoraggio dei risultati.Troppo per la Corte Costituzionale che ha impugnato la legge regionale 34 del 2019 che voleva regolare il fenomeno.Per la Consulta, la Regione non ha competenze in materia: sicurezza primaria e ordine pubblico spettano esclusivamente al Governo. Questa la tesi giuridica, che però accende la battaglia politica con l’assessore regionale alla sicurezza Cristiano Corazzari che parla di “sentenza opposta alla leale collaborazione tra livelli di governo”, un passo indietro sulla strada dell’autonomia.Di certo, il controllo di vicinato è già realtà in tantissimi comuni del Veneto, di ogni colore politico, dove è regolata da accordi specifici con le Prefetture.Nella Marca, si sta rinnovando addirrittura il contratto, come ricorda il sindaco di Preganziol, quota centrosinistra. Insomma, i sindaci vanno avanti. “Il sistema dei controlli di vicinato funziona”, afferma il primo cittadino preganziolese.A Preganziol sono circa 400 i cittadini coinvolti, 9 i coordinartori di zona. L’ultimo episodio nelle scorse ore, quando i controlli di vicinato sono scattati nella frazione di Borgo Fiorito. – Intervistati PAOLO GALEANO (Sindaco di Preganziol) (Servizio di Cristian Arboit)


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