30/05/2022 BELLUNO – La morte dello scrittore Boris Pahor lascia profondi segni di riconoscenza a Belluno, città che lo accolse nel 2014 in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria in un teatro comunale gremito di studenti. || L’abbraccio corale di Belluno e dei suoi studenti. Il silenzio e l’ascolto degli orrori del nazismo e del fascismo magistralmente raccontati nel libro “Necropoli” biografia del periodo vissuto da internato politico in un campo di concentramento. E’ il gennaio del 2014 e si celebra la Giornata della Memoria in un teatro comunale gremito di giovani. Sul palco, assieme all’amica bellunese Mirta Amanda Barbonetti, c’è per la terza volta lo scrittore Boris Pahor, più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura, che incanta i ragazzi. Lo scrittore e intellettuale di confine si è spento oggi all’età di 108 anni. Anima e testimone di un secolo Pahor, sloveno di cittadinanza italiana, raccontò la tragedia della deportazione degli ebrei e degli oppositori politici.Da internato politico in 5 campi di concentramento Boris Pahor scampò alla morte grazie alla conoscenza della lingua francese studiata all’Università di Padova. Pahor raccontò la sua verità sulla storia girando l’Italia in lungo e in largo fino alla fine dei suoi giorni. Senza filtri, con sincerità e coerenza il suo testamento morale ai giovani: studiare la storia, unico modo per sfuggire alla barbarie. – Intervistati BORIS PAHOR SCRITTORE (DAL TG DEL 24 GENNAIO 2014) (Servizio di Tiziana Bolognani)
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