18/05/2022 VENEZIA – Emergenza siccità, livelli dei fiumi ben al di sotto della media e deficit irriguo che preoccupa. Per i consorzi di bonifica diventa prioritaria la realizzazione di nuovi bacini di invaso || Le piogge degli ultimi giorni non sono sufficienti a far rientrare l’emergenza siccità che rimane ancora pesante. Nelle aree irrigue in Veneto, ad aprile mediamente sono state registrate precipitazioni tra i 20 e i 40 millimetri; l’anomalia è a meno 25-50 millimetri sui comprensori dei Consorzi di Bonifica Veneti. Il dato emerge dal bollettino mensile dell’Anbi Veneto. Il volume d’acqua nei principali serbatoi montani evidenzia ad aprile un leggero incremento rispetto a marzo, che risulta simile al 2017 (+0,5 millimetri cubi), poco inferiore al 2012 (- 5) e il doppio del 2003 (+17,5). Ma l’acqua rimane comunque scarsa e preoccupa la situazione dei fiumi, al 30 aprile le portate sono state registrate su valori nettamente inferiori alle medie storiche: nell’Adige -60%, nel Po -63%, nel Brenta -70%, nel Bacchiglione -75%. Preoccupa poi la risalita del cuneo salino lungo i principali fiumi, con valori di salinità molto elevati, tali da richiedere, specie nei momenti di alta marea, la chiusura delle derivazioni irrigue, che arrivano a 10 chilometri nel tratto terminale di Po ed Adige, con ripercussioni per il Po anche a 25 chilometri dalla foce. I consorzi di bonifica puntano sulla necessità di nuovi bacini di invaso, le progettualità sono pronte. Un’emergenza che deve però spingere ad interrogarsi sulle corrette politiche da adottare per preservare un bene indispensabile come l’acqua – Intervistati MASSIMO GARGANO (Direttore Generale Anbi), FRANCESCO CAZZARO (Presidente Anbi Veneto) (Servizio di Francesca Bozza)


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