02/04/2022 BASSANO DEL GRAPPA – In Italia si allentano le restrizioni, a Shanghai, in Cina, è lockdwon drastico. Il racconto di un imprenditore veneto che ci vive e lavora da anni. || I sintomatici non gravi in container, una fessura per il cibo. Gli asintomatici raccolti nei poli fieristici, in attesa di negativizzarsi. Gli altri, tutti in casa, nel più grande lockdown che la città ricordi. Cronache dalla Shanghai deserta. Fino a dicembre la situazione era di totale tranquillità, poi è arrivata la variante Omicron. E allora, se in Occidente la scelta è della convivenza con il virus, in Cina il percorso è quello del Covid Zero. Annullarlo. Anche a fronte di cifre che qui sarebbero impensabili. Lo sa bene Riccardo Parise, imprendiore bassanese che da più di 10 anni vive e lavora qui. Mentalità occidentale in paese orientale, ci vuole molta flessibilità – racconta Parise, che spiega anche il perchè della decisione drastica. A pesare, il grande spavento di quanto avvenuto ad Hong Kong a gennaio, 150 mila contagi e 200 morti al giorno.Ma lo stesso Parise, pur giudicando indecenti certe situazioni sotto gli occhi di tutti, tanto che il malessere sta montando gradualmente anche tra gli obbedientissimi cinesi, sa anche che questo sistema ha consentito al Paese di riaprire in passato prima di tutti. La filosofia è : chiudere tutto ora per poco, per non bloccare tutto poi – Intervistati RICCARDO PARISE (Imprenditore) (Servizio di Nicola Zanetti)


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